RELAZIONE 2006

Lo sportello a bassa soglia si propone come punto di contatto attivo con la popolazione immigrata, offrendo ascolto e consulenza funzionali alle necessità delle persone, siano esse regolari, irregolari e clandestine.

Le richieste pervenuteci durante l’ultimo anno e mezzo di attività, nonché le risposte erogate dall’associazione in loro conseguenza, sono sostanzialmente riconducibili ai seguenti punti:

·         Luna, dedicato al mondo femminile (donne in difficoltà, prostituzione, madri sole): Si tratta di un servizio specifico dedicato all’universo femminile che offre ascolto, accompagnamento, e informazione. Un punto d’appoggio per le donne in difficoltà, di qualsiasi natura essa sia. Si è stretta una valida collaborazione con il Consultorio famigliare locale, sia per quanto riguarda l’aspetto prettamente medico, che per la risoluzione di bisogni psicologici e legali (in particolare rispetto a ragazze minorenni).

In particolare, in relazione al fenomeno prostitutivo, la zona di Rovigo presenta  caratteristiche originali. Nonostante l’assenza di un mercato su strada diffuso, le tradizionali distinzioni che si è soliti operare tra prostituzione all’aperto e al chiuso sembrano perdere intensità, dando vita ad un quadro particolare, che vede una viva presenza di sommerso, i cui canali di accesso e comunicazione con l’esterno non risultano facilmente identificabili, e di prostituzione “pendolare” verso le città limitrofe. Oltre a ciò, in provincia, il numero dei night-clubs risulta elevato in proporzione alla popolazione residente. Viste le peculiarità della situazione, tra gli obiettivi di Luna ha posizione primaria la costruzione di un canale di comunicazione con le ragazze, non possibile attraverso l’attivazione di un’unità di strada in loco. A tal fine si è stretta una proficua collaborazione con l’UDS della città di Ferrara, città che più di altre sembra convogliare a sé questa forma di pendolarismo nell’esercizio della prostituzione, partecipando periodicamente, con la presenza di uno o più volontari, alle uscite notturne dell’unità di strada dell’associazione ferrarese. A livello locale, invece, il Centro Francescano ha promosso, in collaborazione con l’Assessorato ai Servizi Sociali del comune di Rovigo, l’istituzione di un tavolo comunale, operativo da oltre due anni, coinvolgente enti pubblici e privati locali, al fine di costruire una rete operativa capace di cogliere le evoluzioni del fenomeno prostitutivo locale per realizzare interventi e azioni al passo con le necessità emergenti, e di rispondere a eventuali percorsi di uscita delle ragazze, in rete, dall’accoglienza di primo e secondo livello fino al reinserimento socio-lavorativo. Recentemente, la collaborazione di rete è stata formalizzata in un protocollo d’intesa, a cui hanno aderito, oltre al Centro, diverse realtà del terzo settore, Comune e Provincia di Rovigo, Questura, Polizia Municipale e Ussl.

Tipologia e quantificazione dei contatti, 2003-2004

Nel corso del 2003, il Centro Francescano di Ascolto è entrato in contatto con 31 persone straniere, di nazionalità diverse, con prevalenza Nigeriana (la comunità nigeriana è piuttosto forte, a Rovigo), e dell’Est Europa (Moldavia e Romania in particolare). La tipologia di richieste pervenute, è molto varia: richieste di lavoro, regolarizzazione, dipendenze, orientamento ai servizi del territorio. Non mancano le richieste di aiuto economico, delle quali, per precisa scelta, oltre che per indisponibilità di mezzi, il Centro Francescano di Ascolto non si fa carico, se non, in misura molto limitata, in risposta a contingenze di straordinaria emergenza.

Durante il 2004, con l’entrata a pieno regime delle attività sopra descritte, il numero dei contatti è quasi raddoppiato: 54. Come sempre le richieste e le nazionalità dei soggetti sono varie, ma l’attivazione di “Luna” ha ampliato notevolmente l’utenza femminile, le cui esigenze principali sono legate all’assistenza sanitaria e familiare. Il Centro ha anche seguito e continua a seguire i percorsi di uscita e reinserimento sociale e lavorativo di ragazze provenienti dal mondo della prostituzione.

Nel primo semestre del 2005, i numeri sembrano confermare un trend ancora crescente, visto che i contatti si aggirano intorno alle 35 persone.

Infine, è oramai quasi ventennale l’attività di ascolto e aiuto del Centro Francescano a persone detenute presso la Casa Circondariale di Rovigo, dove la presenza straniera è in costante e forte crescita. 

INTRODUZIONE

Il Centro Francescano di Ascolto, che opera dal 1988 a Rovigo, nasce come punto di ascolto del disagio sociale, mettendo al centro della propria attività la promozione e la tutela della persona nella sua specificità, senza mai cedere all’assistenzialismo, ma ponendo l’individuo sempre come unico protagonista delle proprie scelte.

Da sempre l’associazione è entrata in contatto con persone straniere, che per diversi ordini di motivazioni  si sono rivolte ad essa, anche quando la presenza immigrata straniera nella città di Rovigo era molto bassa, ben al di sotto della media regionale. Paradossalmente, al contrario di quanto si possa comunemente pensare, l’apparentemente limitata presenza di immigrati nel territorio rischia di aggravare la condizione di marginalità che spesso sono costretti a vivere in altre realtà: i piccoli numeri riescono difficilmente a catalizzare l’attenzione della sfera pubblica e sociale, il che si traduce non solo nel rischio di una carenza di politiche adeguate da parte delle istituzioni, ma anche in una difficoltà nella costruzione di una cultura diffusa dell’integrazione.

Negli ultimi anni, in funzione dei cambiamenti delle problematiche che esprime il territorio della provincia di Rovigo, il Centro Francescano di Ascolto ha “ascoltato” le esigenze delle persone che via via sempre più numerose bussavano alla porta, e ha raccolto la sfida di essere, come sempre, attento alle modificazioni, progettando interventi strutturati, agiti e non improvvisati. In questo senso il Centro Francescano di Ascolto ha sempre cercato di costruire un dialogo sia con le altre realtà del volontariato che con gli Enti pubblici locali.

La presa di coscienza di questo cambiamento, però, sebbene avvertibile anche intuitivamente per chi vive quotidianamente la città, richiede un’analisi documentata per comprendere appieno le potenzialità d’impatto sociale del fenomeno, e predisporre quindi le basi per un intervento che abbia piena ragion d’essere.

AREE D’INTERVENTO E SERVIZI

1. Drop-in Center

 

Si tratta di uno sportello multifunzionale a bassa soglia che prevede attività di ascolto, orientamento, consulenza e accompagnamento presso i servizi del territorio, con particolare riferimento a quelli legati al disbrigo di pratiche burocratiche (permessi di soggiorno, matrimoni, residenza…).

Il termine è intraducibile, letteralmente, in italiano: drop-in significa “capitare dentro”, “finire in”. E’ comprensibile, tuttavia, il tipo di funzionalità che lo sportello si propone di svolgere, attraverso l’offerta di una base di contatto più ampia possibile. Il Drop-in del Centro Francescano di Ascolto, lo Sportello Luna, è attivo da circa due anni: esso s’integra perfettamente con la struttura e i fini statutari dell’associazione. Tuttavia esso è dedicato specificatamente all’attività a favore di persone straniere e alle donne in difficoltà.

L’obiettivo immediato dello sportello è allargare quanto più possibile il canale di contatto con le persone straniere residenti nella provincia di Rovigo, comprendendo quelle irregolari e clandestine. E’ chiaro come l’offerta di un servizio e un trattamento “non istituzionale” possa facilitare questa operazione: la presenza del permesso di soggiorno regolare rappresenta infatti un passepartout quasi indispensabile nell’accesso a quasi tutti i servizi pubblici.

Le attività svolte sono, nel dettaglio:

 

 

 

Tipologia di richieste, 2004/2005, stima percentuale

2. Servizio di accompagnamento ai servizi sanitari

 

Il servizio di accompagnamento nelle strutture sanitarie locali risulta connesso, essenzialmente, a tre tipologie di bisogno: cure mediche, sostegno psicologico e assistenza burocratico-legale (in particolare, rispetto a casi che coinvolgono minori). All’interno di queste tre dimensioni si sviluppano concretamente le operatività delle nostre volontarie, che vanno dalla divulgazione di informazioni relativamente al diritto alla salute, all’accesso alle strutture, alle tipologie di prestazioni garantite anche alle persone irregolari e ai loro figli grazie al codice STP (Straniero Temporaneamente Presente), all’autocertificazione dello stato di indigenza per usufruire dei servizi sanitari senza oneri o con oneri ridotti, fino all’accompagnamento personale. L’accompagnamento costituisce una delle attività principali di questo servizio, dal momento che le operatrici volontarie spesso riescono a creare un buon rapporto di fiducia con le persone che si rivolgono a noi. Ciò permette una maggiore capacità di interazione reciproca che porta le persone ad  aprirsi ed essere in grado di fare richieste di aiuto per problemi più articolati e complessi. Le richieste di aiuto vanno dall’esigenza di avere informazioni per il disbrigo di pratiche burocratiche (dal rinnovo del permesso di soggiorno, ai ricongiungimenti familiari, all’iscrizione dei figli nelle strutture scolastiche), all’inserimento lavorativo, alla ricerca di alloggio fino alla richiesta di creare percorsi per uscire dal mondo della prostituzione.

All’accompagnamento sono connesse attività di mediazione, oltre a quella linguistica, di raccordo operativo con i medici e le assistenti sociali dei servizi sanitari, finalizzate alla creazione di quelle condizioni essenziali  per permettere agli utenti di muoversi, il più presto possibile, all’interno delle strutture in  piena consapevolezza e autonomia.

La lingua, attualmente, costituisce il primo sostanziale ostacolo per l’accesso autonomo alle strutture da parte delle persone straniere: nella prassi, anche la sola impossibilità di leggere e comprendere le indicazioni sui pannelli informativi all’interno delle strutture, costituisce un deterrente non trascurabile nell’approccio al servizio. Questa situazione, come emerge dalla nostra esperienza diretta di alcuni casi e dai racconti che raccogliamo attraverso il servizio di ascolto, può avere delle conseguenze gravi. Può infatti accadere che per scarsa informazione, o per timori di denunce e segnalazioni, specie in condizione di irregolarità, le persone straniere corrano il rischio di curarsi con farmaci inadatti, magari su consiglio di conoscenti senza preparazione adeguata, o, cosa ancor più pericolosa, di finire nelle mani di veri e propri criminali senza scrupoli che chiedono somme di denaro altissime e mettono a repentaglio la salute e la vita delle persone. Per limitare il margine di rischio è necessario, quindi, rendere l’accesso alle strutture sempre più facile attraverso la diffusione delle informazioni sulle opportunità che esse offrono.

La rapida evoluzione del fenomeno migratorio nella città di Rovigo non ha ancora dato il tempo alle strutture sanitarie locali di istituire, al loro interno, sportelli ad hoc per stranieri, in particolare per coloro che non sono in regola con i documenti. Di conseguenza l’esaurienza delle spiegazioni sulle modalità di accesso, sulle procedure per le pratiche per il codice STP o  per l’autocertificazione dello stato di indigenza, viene lasciata alla discrezionalità, alla conoscenza e alla disponibilità dei medici o di altri operatori sanitari, i quali, frequentemente, sono costretti a limitarsi alla mera prestazione sanitaria e non possono “perdere tempo” con questioni che non riguardano la soluzione di bisogni fisici.  Ed è  in questo contesto che la presenza delle volontarie assume molteplici utilità, sia per le persone che accedono al servizio, che per i medici. Questi ultimi, infatti, collaborano molto volentieri e riconoscono l’assoluta necessità di una figura che possa anzitutto dare informazioni sulle procedure “burocratiche” di accesso, e in secondo luogo mediare il rapporto medico-paziente durante la visita e al momento dell’illustrazione di un eventuale terapia farmaceutica. Così  facendo, si cercano di snellire le attese ed evitare situazioni di tensione e intolleranza che possono verificarsi nelle sale d’attesa. L’attività di mediazione, dunque, non è limitata ad una mera traduzione-linguistica delle informazioni. Ad esempio, le nostre volontarie tengono conto anche dell’approccio determinato da fattori socio-culturali e ambientali legati ad esperienze negative passate, che ciascuno manifesta nei confronti della cura medica. Le persone con cui lavoriamo spesso non necessitano di una semplice traduzione linguistica ma di una vera e propria mediazione-spiegazione, capace di trasmettere alcuni aspetti essenziali sulle procedure di accesso e sulle modalità e consequenzialità interne ad una terapia medica, come per i cicli di vaccinazioni obbligatorie dei figli.

Da settembre 2004 ad agosto 2005 sono stati effettuati circa una quarantina di accompagnamenti, le persone accompagnate sono state 12 e una sessantina le prestazioni tra ambulatoriali e ospedaliere. La frequenza degli accompagnamenti non è la stessa di mese in mese e questo dipende da vari fattori:

 

Lo scopo di questo servizio, in sintesi, è la tutela, per tutti, del diritto alla salute, nonché la promozione dell’accesso ai servizi locali per sostenere un processo di autonomia consapevole della persona, finalizzato ad uno sviluppo della cultura dell’integrazione su tutto il territorio.

 

 

 

 

3. L’attività dell’unità di strada UDS

 

In particolare, in relazione al fenomeno prostitutivo, la zona di Rovigo presenta caratteristiche originali. Nonostante l’assenza di un mercato su strada diffuso, le tradizionali distinzioni che si è soliti operare tra prostituzione all’aperto e al chiuso sembrano perdere intensità dando vita ad un quadro particolare. Esiste una viva presenza di sommerso, i cui canali di accesso e comunicazione con l’esterno non risultano facilmente identificabili, e un fenomeno di pendolarismo con le città limitrofe. Oltre a ciò, in provincia, il numero dei night-clubs risulta elevato in proporzione alla popolazione residente, e diversi gestori di locali sono stati coinvolti in procedimenti giudiziari con imputazione di reati quali favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione e riduzione in schiavitù.

Viste le peculiarità della situazione della zona, tra gli obiettivi di Luna copre una posizione primaria la costruzione di un canale di comunicazione con le  persone che si prostituiscono. Infatti, come emerge da ricerche a livello nazionale, il fenomeno prostitutivo, da sempre difficilmente quantificabile, sfuggente, in perenne cambiamento, sta assumendo nuove forme di manifestazione: diventa quindi essenziale la sperimentazione di nuove strategie di intervento capaci di cogliere le evoluzioni del fenomeno. Nonostante l’attuale tendenza della prostituzione di “rientrare al chiuso”, resta essenziale l’attività delle unità di strada. Dal momento che, come emerge da indagini svoltesi, tra le persone che si prostituiscono in strada ci sono soggetti che si creano un circuito di clientela per poi lavorare in appartamento, o ancora ragazze che ciclicamente vengono fatte ruotare dai night alla strada, e viceversa, ad opera delle organizzazioni criminali che gestiscono il trafficking, la strada costituisce sempre un canale preferenziale di contatto anche per la prostituzione “in-door”, all’interno della quale persistono situazioni di sfruttamento e violenza fisico-psicologica nei confronti di donne che rischiano di diventare vittime “invisibili” tra le mura delle nostre città.

Detto ciò, è doveroso sottolineare come la costituzione di un’unità di strada in loco risulti, per il momento, inadeguata ad affrontare la realtà del fenomeno prostituivo di questa zona. Di fatto risulta più efficace la collaborazione con le unità di strada delle città limitrofe nelle quali le persone che  vivono nella provincia di Rovigo si recano per prostituirsi. La necessità di contatto, per noi, diventa essenziale, dal momento che molte di queste persone, lavorando in altre città, non hanno la possibilità di prendere consapevolezza del territorio, dei servizi presenti e, quindi, di crearsi una rete autonoma di relazioni significative che potrebbero contribuire alla costruzione di una base per una richiesta di aiuto finalizzata a modificare la propria condizione. A tal fine, relativamente alla nostra attività, si è stretta una proficua collaborazione con le operatrici dell’Unità di Strada di Ferrara, la città che più di tutte sembra convogliare i flussi di ragazze residenti nella Provincia di Rovigo.

L’attività dell’Unità di Strada (UDS) ha un ruolo essenziale nel primo contatto con il target, dal momento che le operatrici operano nei luoghi dove le persone si prostituiscono e dunque non si presentano barriere di pudore da abbattere per un’interazione sincera. In ogni caso il grado di contatto e la sua evoluzione è molto variabile, e dipende da diversi fattori: la disponibilità della ragazza, la presenza, nelle vicinanze, di protettori, di clienti o di volanti delle forze dell’ordine, ecc. In conseguenza, può avvenire un veloce scambio di informazioni di base come il numero di telefono dell’associazione oppure, nei casi migliori, si creano le condizioni favorevoli per un futuro rapporto di fiducia. Le operatrici, dunque, lavorano su diversi livelli che vanno dall’informazione alla costruzione di relazioni durature e continuative, che possono o meno sfociare nella richiesta da parte della ragazza di uscire dal mondo della prostituzione.

Sinteticamente, le attività dell’UDS sono:

 

Le attività, dunque, sono molteplici. E’ chiaro come, sottesi alle stesse, siano molteplici  gli obiettivi che s’intende perseguire, nell’ottica, anzitutto della promozione della persona e della ricostruzione, per quanto possibile, della sua sicurezza psico-fisica, indipendentemente dalle scelte operate dalla stessa. Schematicamente:

 

Durante le uscite dell’unità di strada vengono utilizzati varie tipologie di materiali (volantini di presentazione dell’attività dell’associazione, di informazione sanitaria sui servizi del territorio e sulle malattie sessualmente trasmissibili ecc.). Oltre a ciò, ci si avvale di strumenti specifici per la rilevazione dei contatti, in modo da poter raccogliere e schedare informazioni, le quali potranno risultare utili nella successive attività del Drop-in center dell’associazione:

 

 

 

 

4. Percorsi di promozione ed empowerment dll’individuo all’interno del territorio

 

Il Centro Francescano di Ascolto,  nell’ ascoltare”  le esigenze delle persone che hanno bussato alla nostra porta, ha progettato interventi strutturati, partendo dall’obiettivo di operare  in modo globale per alimentare la cultura dell’accoglienza, e di un’integrazione oggi quanto mai indispensabile.

Un filo conduttore che scorre lungo tutte le attività svolte all’interno dell’associazione, è quello di riuscire a creare quelle premesse  essenziali che consentano alle persone che si rivolgono a noi di perseguire l’empowerment individuale, che indica, in ideal-tipo puro, l’atto di acquisizione di potere, competenze e modalità relazionali che permettono all’individuo di affrontare con fiducia, creatività e progettualità cosciente il processo d’integrazione socio-lavorativa. Per raggiungere questo obbiettivo si  cerca di operare su più livelli, tenendo sempre in primo piano la condizione, la storia, e le esigenze personali di chi ci chiede aiuto. Tutte le richieste che ci arrivano, dal disbrigo di pratiche burocratiche all’accompagnamento nelle strutture sanitarie locali e al reinserimento lavorativo e alloggiativo, hanno richiesto la strutturazione di interventi ad hoc.

 

 

A. Inserimento lavorativo

Per i percorsi di inserimento lavorativo, vengono messe in atto varie azioni:  orientamento, presa di contatto, accompagnamento, colloqui. In questo servizio non esiste, comunque, una prassi costante, dal momento che molto di ciò che viene fatto dipende dal vissuto e dalla tipologia di esigenza della persona con cui lavoriamo. E’ chiaro, tuttavia, che l’intervento è subordinato, improrogabilmente, alla presenza del permesso di soggiorno o ad una possibilità concreta e immediata di regolarizzazione: è deontologicamente escluso, infatti, qualsiasi tipologia d’inserimento nel mercato del lavoro nero.

Detto ciò, può risultare utile, cercare di tradurre schematicamente le azioni specifiche attuate durante questo servizio:

 

Attualmente non è ancora stato possibile attuare un contatto diretto con aziende presenti sul territorio, con le quali si potrebbe stringere una collaborazione utile a creare una reale capacità di inserimento nel mondo del lavoro: quest’attività è in fase di progettazione. 

 

 

B. Servizio di aiuto casa

Rispetto alla richiesta di alloggio si è instaurata una valida collaborazione con l’Ufficio “Sportello Casa”presso la Provincia di Rovigo. Si tratta di uno sportello istituito in collaborazione con la fondazione “La Casa” che concede, a persone straniere, prestiti agevolati  per l’acquisto della prima casa  e/o sostegno alle spese per i servizi di agenzia immobiliare e di cauzione per l’accesso all’abitazione in locazione. Per partecipare all’assegnazione di tali prestiti, le persone interessate devono, comunque, presentare una dettagliata documentazione e uno sponsor come garanzia, ed il prestito verrà concesso solo se la commissione esprimerà parere positivo. Si tratta di una tipologia d’aiuto “intelligente” per le persone straniere che cercano casa, offrendo un’opportunità non banalmente assistenziale, a cui attingere indiscriminatamente, ma un sostegno che prevede una precisa responsabilizzazione e collaborazione del soggetto che ne beneficierà, in un’ottica di autentica integrazione. Di fatto, la richiesta di un alloggio autonomo che ci viene manifestata riguarda soprattutto nuclei famigliari o persone singole che hanno in progetto futuri ricongiungimenti. Si tratta di un target di soggetti che, solitamente, hanno già raggiunto un buon livello di autonomia e di inserimento all’interno del contesto locale, ma che, allo stesso tempo, non hanno ancora la possibilità di accedere alle liste per l’assegnazione degli alloggi comunali, precluse da una serie di requisiti che non tutti hanno, come il permesso di soggiorno valido per due anni consecutivi,  che attualmente la Questura di Rovigo rilascia solo in casi particolari. Inoltre l’accesso alle “Case Parcheggio” comunali è assolutamente riservato a particolari casi di emergenza.

L’attività svolta dalla nostra associazione è di sostegno e contatto: si aiutano le persone durante la ricerca di alloggio, accompagnandole nelle agenzie immobiliari della città per valutare le varie proposte, abituandole a fare le richieste necessarie per avere tutte le informazioni utili, sia relative alle spese di agenzia che alla gestione della casa, come quelle non comprese nella tariffa dell’affitto mensile, al fine di avere più elementi possibili di valutazione al momento della scelta. La nostra presenza fornisce inoltre, più o meno tacitamente, una sorta di garanzia morale, non economica, che fa sì che i proprietari delle case siano più disposti a creare un rapporto contrattuale con persone straniere: c’è infatti da sottolineare come sia ancora molto elevato il livello di diffidenza, da parte dei privati, nell’affittare immobili a persone straniere. Ciò non si traduce nella pretesa che l’affitto di un immobile debba essere concesso in maniera indiscriminata: la posizione di alcuni proprietari risulta, se non sempre giustificabile, almeno comprensibile: è chiaro tuttavia che la garanzia dell’associazione non viene rilasciata, anch’essa, in maniera indiscriminata, ma dopo una valutazione della persona che richiede un rapporto piuttosto prolungato. Questo tipo di accompagnamento, come altri, viene sospeso non appena la persona abbia acquisito gli strumenti necessari per interagire autonomamente con i soggetti coinvolti, questo perché preferiamo, sempre, che la persona il prima possibile raggiunga un buon grado di consapevolezza e autonomia. Una volta individuata una possibilità di alloggio, indirizziamo o accompagnamo direttamente la persona presso gli uffici dello “Sportello Casa”, per attivare la richiesta per l’assegnazione del prestito. L’aspirante beneficiario, una volta messa in contatto con gli operatori, cerca di interagire da solo: il Centro Francescano si limita a fare da “sponsor morale”, come richiesto dallo sportello, e rimanere in contatto sia con gli operatori che con il richiedente, in caso ci fosse la necessità di ulteriori chiarimenti.

 

 

C. Servizio di sostegno persone straniere detenute

La presenza nel capoluogo polesano della Casa Circondariale, con una sezione maschile ed una femminile, ha fatto attivare dal 1989 un servizio di assistenza volontaria che viene svolto con una presenza costante in entrambe le sezioni. I volontari svolgono colloqui, coordinamento di gruppi, attività culturali e ricreative (servizio di prestito libri, proiezioni cinematografiche, etc.), e portano avanti dal 1999 un progetto di formazione al lavoro esterno con dei detenuti ammessi in art. 21 legge 354/75. Dall'incontro con i detenuti all'interno scaturiscono poi i contatti con le famiglie degli stessi all'esterno. Il percorso di aiuto rivolto alle persone straniere ristrette prevede un primo approccio di ascolto, che può anche essere protratto senza limiti temporali, e successivamente l’inserimento in progetti che prevedono la verifica dello stato giuridico di questi soggetti, la loro effettiva possibile integrazione nel territorio, il ritrovamento di una risposta lavorativa e la creazione di una rete di supporto per il dopo carcere.

Annualmente sono all’incirca una trentina, tra uomini e donne, gli stranieri detenuti con i quali i volontari dell’associazione vengono in contatto. Per alcuni di questi (il 30% circa) significa la possibilità di uscire dal carcere in tempi brevi e scontare la pena attraverso misure alternative quali la semilibertà o l’affidamento sociale in prova. Tra le varie iniziative alimentate e supportate in questi anni, è da segnalare la redazione dal 1997 del periodico "Prospettiva Esse" interamente scritto dai reclusi, uomini e donne dell'Istituto polesano. L'impegno dei volontari dell'Associazione è molto intenso anche in organismi nazionali quali il Seac - Coordinamento Enti e Associazioni di Volontariato Penitenziario e la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia, con la partecipazione in commissioni dei Ministeri della Giustizia, Sanità e Affari Sociali.

 

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