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CRIMINALITA’, EUROJUST SI RAFFORZA 

                  

Nuovo slancio alla cooperazione giudiziaria nel penale con le determinazioni del Consiglio europeo giustizia e affari interni riunitosi il 24-25 luglio, non solo immigrazione al centro del dibattito. I ministri della giustizia e degli interni dei 27 Paesi membri hanno infatti prodotto un documento riassuntivo dei principali obiettivi raggiunti, che a sorpresa riguarda il rafforzamento di Eurojust e la cooperazione giudiziaria in materia penale, vero e proprio tallone d’Achille del processo di armonizzazione delle norme nazionali.

 

Riguardo a Eurojust il Consiglio ha sottoscritto una dichiarazione di «approccio generale» nella quale è esplicitata l’intenzione di rafforzare l’agenzia permanente Eurojust, istituita nel 2002 per consolidare l’efficacia delle autorità competenti degli stati membri nella lotta contro gravi forme di criminalità internazionale e organizzata, che stimola e migliora il coordinamento delle attività in materia di indagini e azioni penali, e assiste gli stati membri per migliorare la loro efficacia in tale campo. La sua missione è quella di intensificare lo sviluppo della cooperazione a livello europeo sui casi di giustizia penale. E per adempierla ha consolidato nel tempo il ruolo di principale interlocutore delle istituzioni europee quali il Parlamento, il Consiglio e la Commissione. L’idea di rafforzamento di Eurojust, secondo il Consiglio, passa per la creazione di una base minima di poteri giudiziari lasciati a livello nazionale e di un meccanismo di coordinamento sulle urgenze. Da migliorare, sottolinea il documento finale presentato in settimana, il sistema di trasmissione delle informazioni a Eurojust e soprattutto la cooperazione giudiziaria con i paesi terzi, in modo da consentire anzitutto ai magistrati di rafforzare la propria operatività delle indagini. Già nelle riunioni del 18 aprile e del 6 giugno il Consiglio aveva indicato un orientamento in materia di Eurojust, più specificamente su alcuni articoli relativi alla composizione e alle funzioni della rete giudiziaria europea, sullo Statuto per i membri nazionali e sulle disposizioni permanenti di coordinamento. Il Consiglio intende perciò rafforzare già da quest’anno la rete in Italia, Slovenia, Francia, Repubblica Ceca, Svezia, Spagna, Belgio, Polonia, Paesi Bassi, Slovacchia, Estonia, Austria e Lussemburgo. Attraverso la creazione di una base minima comune di poteri lasciati a livello nazionale e di un meccanismo di coordinamento delle urgenze. Oltre che al miglioramento della trasmissione di informazioni destinate a Eurojust, dell’impegno a livello nazionale e al rafforzamento della cooperazione giudiziaria con i paesi terzi che lasci il giusto spazio di operatività ai magistrati (i cosiddetti «punti di contatto»). Nell’ambito della cooperazione giudiziaria in materia penale il Consiglio ha fatto presente che «dopo i recenti allargamenti dell’Unione nel 2004 e 2007 la cooperazione ha bisogno oggi di un nuovo slancio». La cooperazione giudiziaria in materia penale ha mantenuto negli ultimi cinque anni un rapporto privilegiato con la rete Eurojust, basato su concertazione e complementarietà. I cinque anni trascorsi con la coesistenza di Eurojust e della Rete giudiziaria europea, secondo il Consiglio, «hanno dimostrato la necessità di mantenere le due strutture, ma di chiarirne meglio i loro rapporti». La Rete giudiziaria europea facilita i rapporti tra i punti di contatto nazionali (in particolare riguardo a gravi forme di criminalità). E gli stessi punti di contatto forniscono un certo numero di informazioni di base alle autorità giudiziarie europee, in modo da permettere di stabilire un’efficace cooperazione giudiziaria o migliorare la cooperazione generale a livello comunitario. Il segretario della Rete giudiziaria europea è inoltre responsabile del fatto che le informazioni fornite siano messe a disposizione anche su un sito internet. E il Consiglio ha stabilito che l’accesso in sicurezza a telecomunicazioni riservate sarà messo a punto per il lavoro operativo dei punti di contatto. In questo modo la domanda di cooperazione giudiziaria sarà espressa in tempo reale, e questo dovrebbe azzerare i tempi burocratici delle richieste. È previsto, perciò, che entro quest’anno venga creata una Rete giudiziaria in materia penale che è già stata approvata da Italia, Slovenia, Francia, Repubblica Ceca, Svezia, Spagna, Belgio, Polonia, Paesi Bassi, Slovacchia, Estonia, Austria, Lussemburgo e Portogallo.

Altri temi dibattuti dal Consiglio Gai sono stati l’eventuale stabilimento di norme comuni sulle condizioni di ingresso di lavoratori qualificati provenienti da paesi terzi all’Unione, che rientrano nella politica generale dell’Unione in materia di migrazione e di lotta al lavoro irregolare, e infine l’accettazione da parte del Regno Unito del regolamento sulla legge applicabile alle obbligazioni contrattuali (Roma I). Per ulteriori informazioni sulle attività del Consiglio Gai è possibile consultare il sito internet http://consilium.europa.eu/.

 

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