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ANCHE A ROVIGO IL GARANTE PER I DETENUTI 

                  

Un garante per i detenuti, perché ne tuteli i diritti e le opportunità di recupero e riabilitazione è il progetto che l’assessore alle politiche sociali Giancarlo Moschin sta portando avanti, con già in tasca l’ok della giunta, per avere in Veneto quale assoluta novità, ma sulla scia dell’esperienza fatta a Firenze e in altre città italiane, la figura di una persona che funga da "rappresentante" della popolazione carceraria di Rovigo.

 

«Abbiamo sentito l’esigenza, come tavolo sul carcere - spiega l’assessore - di fare quanto già adottato in altre città, ossia avere una persona che segua i problemi di chi è recluso. Faccio un solo esempio: il carcere è luogo di rieducazione, ma tanti progetti che il tavolo vorrebbe realizzare non sono possibili perché mancano gli spazi all’interno della casa circondariale, poiché i pochi esistenti sono già impegnati da altre importanti iniziative. Questa figura rappresenta un atto di attenzione e civiltà nell’aiutare a riscattarsi e a reinserirsi nella società».
Moschin porterà la delibera all’attenzione della commissione consiliare il 2 settembre, mentre il 15 dello stesso mese la presenterà proprio in carcere, ad una riunione del tavolo specifico. Nel frattempo l’assessore ha inviato al direttore della casa circondariale, Fabrizio Cacciabue, il regolamento sul garante adottato in giunta per avere suggerimenti su eventuale osservazioni.
Il garante sarà scelto dal sindaco tra persone che dovranno essere di prestigio nel campo delle scienze giuridiche, dei diritti umani e delle attività sociali negli istituti di pena e delle attività sociali, ma non potrà appartenere ai settori della magistratura o forensi, né della pubblica sicurezza. Resterà in carica cinque anni, ma potrà essere revocato per gravi motivi.
Le sue funzioni saranno il promuovere i diritti e le opportunità di partecipazione alla vita comune, come formazione professionale, tutela della salute e così via. Allo stesso modo il garante dovrà promuovere incontri pubblici di sensibilizzazione sugli aspetti della detenzione e se serve, lavorare insieme al difensore civico comunale. Potrà anche segnalare violazioni dei diritti dei reclusi e confrontarsi con le autorità competenti sulle condizioni nelle quali vivono, fino a rapportarsi con le associazioni interessate ai problemi penitenziari. Tutto il suo operato sarà sottoposto annualmente al giudizio del Comune e delle associazioni specifiche, fino al tavolo sul carcere. Riceverà anche un’indennità simbolica di 1.200 euro l’anno, oltre al rimborso spese.

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