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LIBERA: UN BUCO NEI DATI DELL'ONU SULLA COCAINA

Libera, Associazione di nomi e numeri contro le mafie, denuncia il grande buco nei dati forniti dalle autorità americane e dall'Agenzia delle Nazioni Unite a Vienna sulla produzione di cocaina, una droga che invade l'Italia, l'Europa e il mondo. Il suo devastante carico di dipendenza investe ormai tutti gli strati sociali, a partire dai giovani. In gran parte dell'Europa i suoi traffici sono in mano alla 'ndrangheta, che ne trae immensi profitti per reinvestirli nell'economia legale.

L'opinione pubblica mondiale - rileva l'associazione - però è ingannata sulla reale portata del problema. Libera ha presentato documenti al riguardo in una conferenza stampa a Roma. Già nel giugno del 2007 l'associazione aveva reso pubblico un primo studio che sollevava dubbi a questo proposito. Secondo Libera, ad esempio, la reale produzione di droga in Colombia, come risulta dai dati dell'Observatorio Nacional de Drogas sulla base dell'attività dei 311 'cristalizadores' (laboratori di raffinazione) scoperti nel corso delle operazioni di contrasto alla produzione e al traffico di stupefacenti, sarebbe valutabile in almeno 800 tonnellate mensili, cioè più della stima annua, 600 tonnellate, formulata dall'Unodc, l'ufficio Onu per la lotta alla droga.
Le organizzazioni mafiose si alimentano della mancanza di trasparenza, traggono forza da un'informazione non obiettiva, dalle letture superficiali o interessate. Il primo passo per combattere efficacemente le organizzazioni criminali - osserva don Luigi Ciotti, fondatore di Libera - è fornire un'immagine credibile dei traffici in cui sono coinvolte, mettendo in luce le loro reali dimensioni e tutti i loro possibili risvolti.
L'incongruenza e le possibili manipolazioni dei dati sulla produzione mondiale di cocaina - aggiunge don Ciotti - non devono farci dimenticare che dietro questi dati ci sono nomi, volti e storie di persone. Devono farci ricordare le conseguenze del traffico e del consumo di droga sulla loro vita. Gran parte delle droghe producono dipendenza, sviluppano o accentuano le fragilità, espongono alle malattie e all'overdose. Il dato che si impone con evidenza è, per il fondatore di Libera, la globalizzazione dei mercati che ha dato un grande impulso ai traffici di droga. Il narcotraffico si regge anche su politiche inique, sul deficit diffuso di giustizia sociale, su misure di contrasto alla povertà inadeguate o retoriche, su strategie prive del necessario realismo, destinate a fallire in partenza. Un ettaro di coca -continua don Ciotti- rende 10-15 volte più di un ettaro di caffè e di quella ricchezza un contadino ricava una parte irrisoria: circa un dollaro al giorno. Come si può sperare, su questa base, di convincerlo a non coltivare più coca? Altri anelli deboli sono i corrieri, i 'muli' della droga.

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