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CARCERI: PSICOLOGI A MONTECITORIO,

3 ORE L’ANNO PER DETENUTO,

IMPOSSIBILE VALUTARE PERICOLOSITA’,

CONTENERE RISCHIO RECIDIVA E SUICIDI



Circa cinquanta psicologi che operano con adulti e minori provenienti da diverse regioni, insieme ad una rappresentanza di criminologi, hanno partecipato alla manifestazione che si è tenuta il 26 giugno a Roma davanti al Parlamento. Per la prima volta le problematiche di queste professionalità specifiche sono state portate fuori dalle mura del carcere.


La protesta non è solo rivendicazione di una categoria ormai stabilmente precaria da trenta anni, vuole evidenziare la quasi totale impossibilità, dovuta alle riduzioni drastiche sugli orari di lavoro, a svolgere funzioni che contribuiscono alla sicurezza perché aiutano a ridurre la tensione nelle carceri e contenere il rischio di recidiva quando i detenuti saranno restituiti alla società per fine pena o concessione di benefici.

Questi professionisti operanti nel sistema carcerario possono dedicare, in media, solo tre ore l’anno ad ogni detenuto, troppo poco per fornire le valutazioni richieste dalla magistratura che concorrono a definire la pericolosità dei detenuti per la concessione di pene alternative alla detenzione ed al difficile compito, reso obbligatorio anche da recenti leggi per autori di reati ad alto allarme sociale, di restituire alla società civile persone consapevoli delle ragioni del danno arrecato e garantire alla collettività la correttezza dei propri comportamenti. A questo si aggiunge l’introduzione di nuovi reati perseguibili penalmente come lo stolking, la clandestinità ed il trattamento dei sex-offender. In una fase in cui il sovraffollamento ha raggiunto i massimi livelli di guardia e il clima di allarme sociale chiede una maggiore attenzione per monitorare i soggetti in esecuzione penale esterna, compresi i minori, assistiamo alla totale precarietà e riduzione dell’impiego di competenze specifiche. Ricordiamo che celle di 10mq, arrivano ad ospitare anche 9 detenuti e che molti sono costretti a dormire sui materassi in mancanza di brande disponibili, inoltre il sovraffollamento è terreno fertile per i gesti suicidari o situazioni di forte tensione per mancanza di spazio vitale disponibile.

I primi sei mesi dell’anno si concludono con dati allarmanti, in 181 giorni, nelle carceri Italiane, sono morti 89 detenuti e 34 di loro si sono suicidati. Il 16 giugno i detenuti erano 63350, poniamo l’accento su un sistema penitenziario nel quale metà dei detenuti è in custodia cautelare e tra i condannati 9.000 hanno pene inferiori ad un anno.

 

Hanno aderito alla manifestazione, promossa dalla Società Italiana di Psicologia Penitenziaria e dai criminologi, l’Ordine Nazionale Psicologi, il sindacato degli psicologi (AUPI), il Forum Nazionale per la Tutela della Salute dei Detenuti, i Garanti Diritti Detenuti del Lazio, e di Rovigo, l’Ispettorato Nazionale Cappellani, la CGIL funzione Pubblica che ha diffuso un comunicato stampa, il sindacato della Polizia Penitenziaria SAPPE e UGL e varie associazioni.

L’Ordine Psicologi Lazio ha elaborato un documento sulla illegittimità dell’esclusione degli psicologi esperti ex art. 80 dal passaggio della Sanità Penitenziaria al SSN. L’attuale assenza di assistenza sanitaria di natura psicologica ai detenuti (tranne i tossicodipendenti), conseguente all’esclusione degli psicologi che finora l’hanno svolta ed a cui si continua di fatto a chiederla, è un paradosso e non aiuta certamente a contenere il triste primato di suicidi: Suicidi che, come gran parte del disagio psichico in carcere, non sono di natura medico-psichiatrica ma prevalentemente psicologica e legati alla condizione interna ed esterna e richiederebbero un cauto uso di psicofarmaci e una sostanziosa attenzione alla persona.

Diversi organi di informazione sono intervenuti alla manifestazione tra cui RAI Tre e TG 5; sono stati trasmessi alle agenzie nazionali comunicati stampa, pubblicati articoli su alcuni quotidiani.

Una delegazione è stata ricevuta dal Consigliere Capo Segreteria del Presidente della Camera on. Fini e da diversi parlamentari per individuare possibili soluzioni.

Alessandro Bruni Presidente SIPP-Paola Giannelli Segretario SIPP-Giovanna Donzella Referente Regionale.

Per informazioni: sipp.italia@libero.it

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