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IL GARANTE FERRARI E LA PRESIDENTE VIRGILI OGGI HANNO INCONTRATO I DETENUTI

Livio Ferrari, Garante delle persone private della libertà del Comune di Rovigo e Tiziana Virgili, Presidente della Provincia di Rovigo alle ore 12:00 hanno incontrato i detenuti della locale Casa Circondariale, per dare un segnale di attenzione alle persone recluse anche in questo periodo di sovraffollamento e per molti di ferie, ma "la solidarietà non va in ferie" ha detto Ferrari. La presidente di Palazzo Celio, nell'occasione, ha offerto un gelato a tutti i ristretti e agli agenti della polizia penitenziaria in servizio.

I detenuti che hanno incontrato Ferrari e Virgili, accompagnati dal Vice Comandante, hanno detto di attendersi "soluzioni immediate per evitare, soprattutto in questo contesto di sovraffollamento, esplosioni comportamentali che sin qui, sia i ristretti che la polizia penitenziaria con grande senso di responsabilità hanno saputo gestire, con collaborazione e tolleranza per tutti gli aspetti deficitari del carcere". Ferrari ha riferito che a Rovigo, come in molti istituti d'Italia, una particolare attenzione deve essere riposta all'aspetto salute, alimentazione, condizioni igienico-sanitarie.

Oggi a Rovigo erano presenti 125 detenuti, 93 nella sezione maschile e 32 in quella femminile, a fronte di una capienza normale di 32 + 30 posti e tollerabile di 45 e 35; e questi hanno fatto presente come "nelle carceri ci sono tante persone che potrebbero e vorrebbero essere impegnate in qualcosa di utile ma non ci sono realtà, purtroppo, che in questo momento di crisi economica dedichino molta attenzione a questo mondo, anche se una vera rieducazione, riabilitazione e prospettive certe per un futuro ritorno nella realtà libera passano attraverso il lavoro".

Ferrari ha visto "dei detenuti coscienti dei loro errori, ma stanchi di restare in una cella inutilmente, senza servire a nessuno, neppure a loro stessi e perciò chiede che questo Parlamento superi i proclami inutili e demagogici come quelli della costruzione di nuove carceri o l'assunzione di altre migliaia di agenti penitenziari, perché la gente non lo sa, ma in Italia ci sono diversi istituti penitenziari nuovi terminati che non possono essere aperti per mancanza di organizzazione e personale, oltre tutto mal distribuito; basterebbe modificare due leggi e il nostro ritornerebbe ad essere un Paese civile".

"E' ora di finirla di gridare alla sicurezza sulla pelle delle persone, soprattutto quelle immigrate e più povere, - ha concluso Ferrari - quando anche le forze dell'ordine hanno detto con chiarezza che i reati sono in calo, ma l'allarme che una parte del mondo politico vuole lanciare a tutti costi è umiliante e calpesta i diritti delle persone. E' giunto il momento che tutti coloro che credono ancora in uno Stato di diritto, laici e cattolici,  si muovano e diano un segnale forte di attenzione sociale alle persone più in difficoltà, senza sconti per nessuno, neanche per chi sbandiera certi slogan solo per interessi personali".

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