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RELAZIONE DEL GARANTE AL CONSIGLIO COMUNALE DI ROVIGO

Livio Ferrari ha fatto recapitare ieri, nel corso del Consiglio comunale, la sua prima relazione sull'attività svolta da ottobre 2008 a novembre 2009 quale garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Rovigo. Questa è la prima relazione al Sindaco, alla Giunta e al Consiglio Comunale di Rovigo, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento di istituzione del Garante, e assume anche il carattere di una sorta di bilancio di una esperienza che ha visto Rovigo all’avanguardia tra le città venete nell’istituzione di una figura di garanzia per le persone private della libertà personale.

 

 

Il problema più grave del carcere di Rovigo – evidenziato da Ferrari - resta quello del sovraffollamento, con tutto quello che si correla a questa situazione. Mediamente la popolazione detenuta ammonta a 130/140 persone, delle quali 100-110 uomini e 25-35 donne, suddivisi nella maniera seguente: in attesa di giudizio: 38%; condannati in attesa di appello: 16%; definitivi condannati: 46%. Il 62% della popolazione detenuta maschile e l’80% di quella femminile, è costituita da persone straniere in maggioranza extracomunitari, spesso privi di titolo di soggiorno e di punti di riferimento nell’area rodigina, per i quali formalmente è possibile l’accesso alle misure alternative, ma che comunque a fine pena sono soggetti all’espulsione.

Le segnalazioni arrivate all’Ufficio del Garante nel corso del periodo oggetto della relazione, per lettera scritta o per e-mail, da parte di detenuti o familiari di essi, sono state attorno al centinaio. I problemi più ricorrenti riguardano lo stato di salute, la concessione o il diniego di misure alternative o di permessi e i trasferimenti.

Entrando nel merito della tipologia degli interventi sollecitati dalle persone detenute la gran parte delle segnalazioni concernono la paura di veder peggiorare la propria salute, già compromessa in modo conclamato, ovvero di non poter contare su una tempestiva diagnosi e cura di una patologia al momento della segnalazione ancora sintomatica ovvero di recente diagnosticata.

Per la risoluzione positiva di alcuni casi, è stato decisivo l’intervento del Garante nei confronti degli operatori sanitari dell’Asl 18 di Rovigo presenti nel carcere cittadino. Per altri casi è stato interessato il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il Provveditorato Triveneto dell’Amministrazione Penitenziaria, l’Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna di Padova e la direzione della Casa Circondariale. L’azione del Garante si sviluppa spesso in una funzione di mediazione nel difficile rapporto tra il detenuto e gli operatori istituzionali.

 

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