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DIETRO ALLE SBARRE: ESSERE DONNA... ESSERE MADRE...?

Il Salone d'onore di Palazzo Casalini a Rovigo ospiterà, venerdì 7 maggio con inizio alle ore 17:30, la tavola rotonda "Dietro le sbarre: essere donna... essere madre...?", organizzato dalla Fidapa locale, con il patrocinio di Comune e Provincia di Rovigo, che vedrà la partecipazione di Livio Ferrari, Garante dei diritti delle persone private della libertà, di Maria Teresa Menotto, presidente dell'associazione Il Granello di Senape di Venezia e Paola Zonzin, responsabile del Coordinamento volontari carcere.

 

BPW ITALY FIDAPA Sezione di Rovigo

Venerdì 7 maggio 2010, ore 17:30

Salone d’onore Rovigo-Banca

 

Tavola rotonda

 

DIETRO ALLE SBARRE: ESSERE DONNA… ESSERE MADRE...?

La BPW ITALY FIDAPA si muove nel segno del RISPETTO declinato nelle sue diverse forme. Da sempre in prima linea nella difesa dei diritti della bambina e delle donne, lavora in stretto contatto con la Commissione per i diritti umani e la Commissione per lo status delle donne.

 

IL PERCORSO DELLA MORALITA’: LA DONNA NEL SOCIALE

Cogliendo lo stimolo dell’ONU secondo il quale “una battaglia per i diritti e la dignità che parta dalle donne va a beneficio dell’intera società”, la BPW FIDAPA promuove iniziative contro la violazione dei diritti umani e contro la violenza alle donne e ai minori.

Nello specifico di questa iniziativa, FIDAPA si pone l’obiettivo di esplorare il mondo della detenzione femminile, per capire se non vi siano evidenti violazioni dei diritti di donne e minori.

Già in passato il Commissario per i Diritti Umani Avaro Gil-Robles nel suo Rapporto sulla Giustizia italiana, ha messo in evidenza due gravi aspetti del sistema carcerario in Italia : le pessime condizioni delle carceri e il loro spaventoso sovraffollamento. Ma se questo comporta gravissimi disagi a tutti i detenuti, ancor più gravi sono le conseguenze per la popolazione detenuta femminile.

Le carceri sono state costruite da uomini per la detenzione di uomini; la percentuale di detenute si aggira intorno al 4,5%: da ciò consegue che la donna reclusa è totalmente dipendente dalla realtà, dalla metodologia, dallo stile di vita esistente negli istituti maschili, eppure l’identità, i bisogni,il modo di vivere gli spazi, la reale possibilità di crescita della donna differiscono palesemente.

Secondo dati in nostro possesso, il 70% delle donne carcerate sono madri: cinquemila, all’incirca, sono i  bambini interessati da un abbandono materno per carcerazione; le donne-madri vivono drammaticamente questo abbandono. Le poche che, avendo un bambino di età inferiore ai tre anni, possono portarlo con sé, vivono il lacerante conflitto di scegliere tra la continuità del rapporto affettivo e il far vivere al proprio figlio l’esperienza del carcere. Per non parlare, poi, del fatto che, al compimento del terzo anno di vita, questi bambini vengono sottratti alle madri con tutte le conseguenze che si possono facilmente immaginare.

Un’attenzione particolare, inoltre, merita la condizione delle donne straniere, che non hanno una rete familiare all’esterno e che, spesso, vivono il supplemento di pena per essere povere e non a conoscenza della lingua italiana.

E’ possibile ripensare al concetto di certezza della pena non solo come certezza della pena detentiva?

E’ possibile creare all’interno del carcere dei percorsi che facciano emergere la responsabilità della persona “in pena” nell’assumersi le conseguenze delle sue azioni, nel pagarne il prezzo sentendosi protagonista di un cambiamento?

E’ possibile organizzare all’interno del carcere attività che facciano acquisire nuove abilità e competenze alle donne, tali da permettere un reinserimento sociale alla fine della carcerazione?

E’ possibile attuare quelle misure alternative che permettono alle madri carcerate di vivere meno drammaticamente la loro condizione, ma soprattutto, è possibile evitare di condannare assieme alle madri anche i loro figli?

In tutto questo, qual è il ruolo del ruolo del volontariato carcerario?

LIVIO FERRARI, Garante delle persone private della libertà del Comune di Rovigo ci parlerà della situazione attuale nelle carceri italiane, mettendo in evidenza i dati che riguardano la detenzione femminile.

MARIA TERESA MENOTTO, presidente della cooperativa “Il granello di senape” di Venezia,  volontaria nel carcere femminile della Giudecca, ci presenterà attività culturali, ricreative e lavorative organizzate dalla Cooperativa all’interno del carcere ; in particolare illustrerà progetti che, potenziando le misure alternative alla detenzione, favoriscono l’inserimento delle donne carcerate nel mondo del lavoro.

PAOLA ZONZIN, responsabile del Coordinamento volontari del carcere di Rovigo, ci porterà nella realtà del carcere locale illustrando l’operato dei volontari con particolare riferimento all’attività svolta nella sezione femminile.

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