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NO AL CIE, NE' A CAMPALTO NE' ALTROVE

Contro la costruzione del CIE a Venezia, annunciata dal Ministro Maroni lo scorso venerdì, è stato promosso un primo incontro pubblico che si svolgerà giovedì 17 febbraio alle ore 20:30 presso la sala del Centro culturale Santa Maria alle Grazie in via Poerio a Mestre "Venezia solidale, accogliente, cosmopolita: NO al CIE, né a Campalto né altrove".

 

La decisione, comunicata dal ministro Maroni, di realizzare nel compendio destinato al nuovo carcere a Campalto una struttura di detenzione amministrativa per migranti è semplicemente inaccettabile. I cosiddetti “Centri di Identificazione ed Espulsione (C.I.E.)”, istituiti dalla legge Bossi-Fini sull’immigrazione come ulteriore involuzione dei C.P.T., sono strutture crudeli e inefficaci. La natura stessa di queste centri risulta, infatti, in aperto contrasto con i diritti fondamentali della persona umana, riconosciuti da accordi e convenzioni internazionali e con gli stessi principi fondamentali della Costituzione della Repubblica, in particolare gli articoli 3 e 13. La normativa che istituisce i C.I.E. prevede la possibilità di rinchiudere, per via amministrativa fino a sei mesi e senza alcun intervento del magistrato competente, persone che non hanno commesso alcun delitto e la cui unica colpa è quella di non trovarsi in regola con le assurde norme sull’immigrazione definite dalla legge Bossi-Fini. Organizzazioni umanitarie e organismi dell’Unione Europea hanno negli ultimi anni denunciato, in innumerevoli occasioni, le invivibili condizioni igienico-sanitarie, la mancanza di una reale assistenza, le troppo numerose morti sospette che si sono registrate nei Centri detentivi per migranti gestiti dal Governo italiano. Le pesanti e illegittime sofferenze generate da queste strutture si sono tuttavia rivelate del tutto inutili nella gestione del fenomeno migratorio nel nostro Paese, con un numero irrisorio di espulsioni realmente effettuate, a fronte delle ingenti risorse pubbliche investite in un vero e proprio business della negazione dei diritti. La scelta del ministro Maroni appare, inoltre, per il suo carattere di imposizione autoritaria come un atto carico di violenza antidemocratica nei confronti della nostra Città e della sua tradizione cosmopolita, come un gesto di arroganza centralistica nei confronti della nostra comunità locale, da sempre attivamente impegnata nell’accoglienza del migrante e nella costruzione solidale di un futuro meticcio. Per queste ragioni, promuoviamo e invitiamo tutte le donne e gli uomini che, come noi, intendono in prima persona opporsi alla realizzazione del C.I.E. a Campalto come altrove, a partecipare ad un primo incontro pubblico che si svolgerà il prossimo giovedì 17 febbraio alle ore 20.30 presso la sala del Centro culturale Santa Maria alle Grazie in via Poerio a Mestre.

Primi firmatari:

Gianfranco Bettin, Beppe Caccia, don Nandino Capovilla, Teresa Dal Borgo, Barbara Del Mercato, don Gianni Fazzini, Leonardo Menegotto, Giorgio Molin, Davide Mozzato, Francesco Penzo, Mara Rumiz, Sandro Sabiucciu, Pino Sartori, Vittoria Scarpa, Alessandra Sciurba, Camilla Seibezzi, Michele Valentini, Franco Vianello Moro, Luca Trevisan

Per aderire: nocievenezia@gmail.com

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