NON UN GIORNO DI PIU'
Il Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo propone a tutte le persone, i gruppi e le esperienze collettive interessati a promuovere una campagna nonviolenta per l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra in Afghanistan, di intraprendere le seguenti iniziative:
Propone che il ragionamento alla base dell'iniziativa sia quello dell'appello del 30 agosto che di seguito si riporta:
Non un giorno di più. Una campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana. Occorre far cessare la guerra in Afghanistan. Ed a tal fine la prima e decisiva azione, che come cittadini italiani possiamo e dobbiamo svolgere, consiste nell'ottenere che l'Italia cessi di partecipare alla guerra. Perché l'Italia a quella guerra non avrebbe mai e poi mai dovuto prendere parte, proibendoglielo esplicitamente il dettato della sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana. Occorre quindi costringere governo e parlamento italiani a tornare nella sfera della legalità, a desistere dal crimine: occorre costringere lo Stato italiano a cessare di prendere parte alla guerra e alle stragi di cui essa consiste. Oltre un decennio di eccidi e barbarie dovrebbe aver aperto gli occhi a chiunque; e del resto ogni persona ragionevole sente e sa che la guerra è nemica dell'umanità, che solo la pace salva le vite. Occorre far cessare la guerra in Afghanistan, cominciando con la cessazione della partecipazione italiana. Dobbiamo far crescere dal basso una vera e propria insurrezione nonviolenta contro la guerra e contro le uccisioni, per la legalità costituzionale e per il primario diritto di ogni essere umano a non essere ucciso. Dobbiamo imporre al potere esecutivo e al potere legislativo del nostro Paese l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra. E dobbiamo farlo con la forza della verità, con la forza della legalità, con la forza della dignità e della solidarietà umana, con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza; dobbiamo farlo con una campagna nonviolenta di massa che faccia rinascere in Italia un movimento per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani. Una campagna nonviolenta per salvare le vite umane: che nasca dal basso in ogni città e in ogni paese, e che abbia questa semplice e chiara finalità: "cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignità e dei diritti umani di tutti gli esseri umani".
Propone di non costituire coordinamenti nazionali, portavoce et similia, ma che ogni persona ed ogni gruppo ed ogni esperienza collettiva si impegni sulla base delle proprie convinzioni senza deleghe di rappresentanza e senza burocratismi, favorendo la più ampia partecipazione nel rispetto delle differenti opinioni e collocazioni di ciascuno, mantenendo quindi le caratteristiche fondamentali della campagna nonviolenta: iniziativa dal basso, partecipazione su base locale, pluralità ed apertura. Si chiede soltanto che quanti si vogliono impegnare in questa iniziativa utilizzandone la denominazione proposta ("Non un giorno di più. Una campagna nonviolenta per la cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana") si attengano rigorosamente al metodo nonviolento così come definito da Aldo Capitini: "metodo nonviolento: che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della libertà di informazione e di critica".
Centro di ricerca per la pace e i diritti umani di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo;
e-mail: nbawac@tin.it e centropacevt@gmail.com;
web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/