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ROVIGO, CITTÀ CHE NON ACCOGLIE


Intervista del quotidiano online “Rovigo Oggi” al direttore del Centro Francescano di Ascolto sull’immigrazione, rilevando che non vengono messe a disposizione risorse per i disperati clandestini, "la colpa è della politica che non mette a disposizione servizi".


 

 

 

Le reazioni violente, a livello nazionale, contro l’immigrazione fanno emergere egoismo e chiusura mentale di tanti italiani che hanno dimenticato il contributo dato alla nostra economia da gente in fuga dal proprio paese che si è adattata a lavori che gli italiani non volevano più fare. “E’ una questione di cultura” – afferma Livio Ferrari responsabile del Centro francescano di Ascolto - Ai nostri figli, in questo ventennio, abbiamo dato tutto tranne la coscienza che le cose debbono essere guadagnate e che la vita non regala nulla senza sacrificio”. “L’Italia è ancora un paese con grandi risorse ma la politica ci sta prendendo in giro da anni, favorendo gli interessi di pochi e scaricando la crisi sui lavoratori dipendenti”.

L’ondata irrefrenabile di clandestini che arrivano sulle coste italiane sta determinando insofferenza e reazioni anche violente nella popolazione afflitta dalla crisi, mancanza di lavoro e di prospettive, soprattutto i giovani. “Egoismo e miopia politica che scarica le proprie responsabilità nel disastro economico su gente inerme mentre dovrebbe interrogarsi sul ruolo di servizio ai cittadini che la politica deve esercitare". Accuse pesanti quelle che Livio Ferrari rivolge ai responsabili della politica nazionale e locale per la mancanza di servizi da mettere a disposizione dei disperati che arrivano a Rovigo.

E' il caso dei rumeni messi fuori dall'ex ospedale Maddalena dove si erano accampati. “I disperati che arrivano dalle coste dell’Africa non vedono sempre l’Italia come una meta appetibile: sanno anche loro che qui le cose non vanno bene – prosegue - I centri di accoglienza temporanei sono veri e propri lager dove si rimane per mesi senza vie d’uscita. Ci sono tanti luoghi dismessi nelle nostre città e parrocchie vuote che potrebbero essere organizzate per queste emergenze. Quando avevamo di meno eravamo più generosi, oggi le cose sono cambiate e ci siamo chiusi agli altri, alla solidarietà”.

Valutando la situazione della città di Rovigo Ferrari precisa: “Nonostante le risorse molto scarse, il volontariato continua ad essere presente in ogni ambito, a tenere accesa la speranza, al contrario dei rappresentanti dell’amministrazione pubblica che hanno abdicato ai loro compiti e chiuso i servizi invece di darsi da fare per reperire le risorse che mancano. Per fortuna la sensibilità dei privati non è mai venuta a mancare. L’utenza dei servizi della nostra associazione è in crescita continua come le necessità, ma le risorse sono sempre le stesse”.

“Da parte nostra portiamo avanti rapporti di collaborazione diffusa con gli altri enti e organizzazioni di servizio del territorio in base ai progetti avviati, rivolti alla legalità, l’ambiente, la solidarietà, l’integrazione. Vogliamo che Rovigo diventi una città solidale e accogliente pur nella povertà dei mezzi”, ha concluso.

                                                                                                                               Lauretta Vignaga

 

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